• Gio. Apr 25th, 2024

Durante la trasmissione “La Nocerina Siamo Noi” in onda ogni lunedì dalle 21 alle 22 sulla pagina facebook di Nocerina Live, abbiamo intervistato l’ex bomber della seconda promozione in Serie B Stanislao Bozzi. Queste le sue parole

Stanislao, innanzitutto come va?

“Vengo da un intervento al ginocchio, ma era una cosa programmata. Adesso sto facendo riabilitazione e va tutto abbastanza bene. Sto superando l’ultima fase per poi ritornare alla normalità. Collaboro con un’emittente di Benevento che si occupa di Serie B sono impegnato in questa trasmissione”.

Magari raccontando delle gesta della Nocerina in B
“Sarebbe un sogno soprattutto per noi ex e per me personalmente. Chi mi conosce sa come ci ho tenuto e come ci tengo a questi colori. La Nocerina deve avere il posto che merita nella storia, l’ha confermato in più anni e in diversi episodi. L’aspettiamo soprattutto noi che viviamo di emozioni antiche e perché no anche future. Ci piace pensare che prima o poi tornerà nel calcio che conta”.

Continua a seguire la Nocerina?
“Ho tantissimi amici e resto quindi aggiornato, ma come tutti gli anni in qualsiasi categoria. Adesso sto seguendo questo splendido campionato che sta facendo e sono convinto che tra pochi anni ritornerà dove merita”.
“Che bella domanda. Sarebbe banale dire quello a Catanzaro che ci permise di battere il Catania e di ottenere la storica promozione in B. Però stranamente mi viene da dire un gol che feci in Serie B perché per me quell’anno fu un anno particolare da un lutto alla retrocessione in B. Mi piace ricordare la prima partita che giocai dopo questo lutto dove rimasi fuori circa un mese anche per infortunio. Mi ricordo quella partita in casa col Genoa che dovevamo assolutamente vincerla e tengo conservato la foto del gol nel mio profilo facebook. Non fu il più bello ma il più significativo e che ci diede la speranza di mantenere la categoria. Poi non vi racconto neanche quanta gente c’era a guardarci e a sostenerci in quella stagione”.

In questa stagione, lo stadio resta quasi sempre abbastanza vuoto. Come si spiega questa situazione, nonostante la seconda posizione?
“La storia non cambia. Nocera è una piazza straordinariamente bella e difficile. Noi parliamo di tifosi che qualche anno fa hanno vissuto la Serie B. Anche io quella stagione venivo a vedere le partite e parliamo di una rosa che aveva dato spettacolo contro squadre come il Verona . Il tifoso a Nocera è così, quando poi si riempie gli occhi e rimane deluso da qualche vicissitudine particolare, non dico che abbandona ma soffre non seguendo più la squadra. Sono convinto che basta pochissimo per rivedere una tifoseria molossa ritornare in massa allo stadio. Ci credo perché è già successo diverse volte nella storia, anche recente della Nocerina. Non ci dimentichiamo che qualche decennio fa era scomparso il calcio a Nocera, però poi ci fu un miracolo, ebbene quella terra sa fare i miracoli e sono convinto che ce ne sarà un altro”.

Durante la trasmissione sono arrivate varie domande dai tifosi, tra le quali queste. Le piacerebbe ritornare per esempio come dirigente?
“Sono entrato di diritto nella storia della vostra città perché sono rimasto legato a Nocera come Nocera è rimasta legata a me. E’ un qualcosa che si sente e basta, c’è questo cordone ombelicale che non ho mai reciso. Per cui non mi serve stare in società ma mi serve sentire il vostro affetto che sarà sempre presente in me. Durante la mia carriera calcistica è successo qualcosa di meravigliosa da voi. Torno spesso qua perché sono troppo legato, tanto da avere ancora qualche striscia rossonera sulla pelle (sorride n.d.r), ho, avuto anche la fortuna di giocare in città più importanti, però quello che si è stabilito qua come contatto umano è stato meraviglioso”.

Un’altra domanda è stata sul suo stacco acrobatico
“E’ vero ha ragione, era una delle mie qualità principali anche se non ero altissimo. Avevo un ottimo stacco ed un buon tempismo”.

Nei suoi anni c’era una grande presidente, ovvero Antonio Orsini
“Che dire di Antonio Orsini, era un papà ed un tifoso rossonero ma anche persona competente di calcio. La sua simpatia, la sua schiettezza e la sua sincerità sono stati forse uno di quei segreti di quell’anno che compimmo un autentico miracolo. La banda Auteri, che ho seguito personalmente, era una squadra comunque composta da ottimi calciatori, mentre quell’anno fu un  autentico miracolo e uno degli artefici principali fu proprio Orsini. Lui ci è sempre stato vicino, ci infondeva fiducia ed era una persona di altri tempi. Ero anche legato a lui e ci sono tantissime aneddoti che potrei raccontarvi”.

Ce ne racconta una velocemente 
“Per esempio quando si faceva allenamento di mattina ed io abitavo ad un’ora da casa, me la squagliavo subito dopo l’allenamento per poi tornare il giorno dopo. Contemporaneamente il presidente, proprio quell’anno,  aveva dei lavori ad Avellino e mi incrociava sempre nell’autostrada a Castel San Giorgio.  Per tutto l’anno non me l’ha mai detto ne a me e ne all’allenatore. Me lo disse solo l’anno successivo, forse lo fece anche perché sapeva dei problemi familiari. Era anche una persona che divideva con te le sue emozioni”.  

Del suo compagno d’attacco Garlini che ricordi ha?
“Siamo stati una grande coppia d’attacco e lui è stato uno dei primi ad interpretare il calcio da seconda punta, tra l’altro ha anche fatto una grande carriera. Eravamo amici e abbiamo vissuto due anni fantastici, siamo rimasti amici ed ho un ricordo straordinario. Mentre Garlini era un grande amico e grande calciatore, Antonio Orsini è stato il simbolo di quel miracolo”.

Cosa ricorda brevemente dello spareggio promozione a Catanzaro contro il Catania?
“Eravamo un grande gruppo e lo dimostrammo. Quando arrivammo allo stadio col pullman c’era una marea di tifosi catanesi che ci minacciavano ovunque. Lo stadio era quasi interamente occupato da catanesi ma anoi è bastata quella curva rossonera per batterli. Quella curva di 6-7 mila tifosi che non la dimenticherò mai . Sintetizzo così quella giornata che ci permise di ottenere la promozione in Serie B”.

E poi i festeggiamenti in piazza
“Mi ricordo che arrivammo la mattina in piazza ed eravamo anche un po’ brilli, dopo qualche birra. Ricordo che mi trovai nella fontana a festeggiare con i tifosi alle quattro del mattino. Ci fu almeno una settimana di festeggiamenti continui. Davvero emozionante e bello ancora oggi ricordarlo”.

Allora ci vediamo allo stadio Stanislao
“Ringrazio voi e tutti i tifosi giovani e meno giovani. L’augurio è di vedervi presto nel calcio che conta. Forza Nocerina e diamo una mano a questa squadra”.

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