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Afragolese: Niutta lascia la presidenza

DiSalvatore Prete

Feb 10, 2023

Dopo 5 anni di attività sportiva,il presidente Raffaele Niutta tramite un video comunicato lascia

“È stata una decisione sofferta e meditata,però definitiva. In questi anni ci sono stati tanti momenti in cui avevo deciso di lasciare questo ruolo ma poi la voglia e la volontà delle persone ha sempre prevalso su ogni sofferenza. Adesso sono stanco,ho bisogno di riposo dal punto di vista calcistico”.

LA LETTERA DEL PRESIDENTE NIUTTA

“Dopo cinque anni di attività sportiva, vissuti con passione ed emozione indescrivibile, coinvolgenti sotto il profilo umano – ha esordito Niutta – ho deciso, seppur a malincuore, di lasciare la presidenza dell’ASD Polisportiva Afragolese 1944 ed a breve delegherò una persona di mia fiducia per la gestione ordinaria fino al termine della stagione. E’ una decisione davvero sofferta per me, chi mi conosce sa quanta passione ho per il calcio, ma è una scelta meditata e definitiva. Negli ultimi anni diverse volte ho pensato di lasciare poi la forza delle persone, la volontà, ha sempre prevalso su ogni sofferenza. Oggi però sono qui a dire che siamo arrivati al limite, sono stanco ed ho bisogno di riposo dal punto di vista calcistico per cui credo sia giusto fare un passo indietro. In questi cinque anni ho dato tanto ad Afragola, probabilmente ho ricevuto poco ma l’ho fatto sempre col cuore, nonostante le malelingue non ho mai guadagnato soldi ma ho solo ricevuto stima e fiducia di imprenditori che mi hanno seguito in questo lungo progetto che, ahimè, finirà a giugno dopo che avrò mantenuto come sempre tutti gli impegni. – prosegue l’ormai ex numero uno rossoblù – Allo stadio ovviamente non andrò più, spero che gli imprenditori afragolesi quanto prima contattino la persona di fiducia che sceglierò per la cessione delle quote. Mi auguro che arrivi qualche imprenditore serio, con voglia di fare calcio, magari avrà anche più fortuna di me visto che a breve sarà disponibile anche lo stadio Moccia per un progetto importante del quale non farò parte. Resterò comunque un tifoso dell’Afragolese, più di tanti altri che si professano tali, potrei dire tante cose ma non voglio sembrare petulante.

Colgo l’occasione per ringraziare gli amici coi quali ho condiviso questa avventura, persone che in cinque anni mi sono stati sempre vicino: Mimmo Di Maso, persona squisita, educata e propositiva che mi ha dato spesso buoni consigli; Gaetano Acri, che saluto con rispetto, da sua figlia che da assessore ha avuto a cuore le sorti dell’Afragolese; dal sindaco Grillo, che io reputo il mio sindaco, visto che grazie anche ai buoni uffici di Cristina Acri è stato sempre al mio fianco, con una giunta comunale che aveva piacere di fare sport e sociale. – sottolinea Niutta – Oggi tutto questo non c’è più, oggi manca il senso di appartenenza, sicuramente l’assenza dello stadio ha influito ma io ho cercato sempre di inculcare la mentalità rossoblù nella gente e nei giovani. Ho fatto tanti errori, ma ho sempre chiesto scusa e messo la faccia nelle difficoltà, a differenza di chi, fin dal primo giorno, ha offeso me e la mia famiglia. Quest’anno siamo andati oltre, sono stati toccati argomenti che non mi appartengono, io vengo dalla strada e ne sono fiero perchè mi sono fatto da solo e nessuno mi ha regalato niente. Ad Afragola ho speso energie e soldi che nemmeno in Lega Pro si vedono, ma l’ho fatto sempre col cuore e con gioia cercando di coinvolgere gli afragolesi. Ogni anno però c’era qualcosa che non andava, credo che alcuni amici afragolesi debbano ritrovarsi e capire che il calcio è aggregazione e non una caccia alla notorietà. Ovviamente questo discorso vale per pochi, perchè ci sono state tante altre persone che mi sono state sempre vicino dai Bossa, ad Orefice e tanti altri, mi scuso se dimentico qualcosa ma questi ultimi li ho citati proprio perchè da afragolesi hanno sofferto col sottoscritto.

Il calcio non è scienza esatta – precisa l’ex massimo dirigente afragolese – si vince e si perde, si gioisce e si soffre, però vorrei sottolineare il fatto che siamo stati in grado di vincere pur non avendo una nostra casa. Io ci sono riuscito, grazie ovviamente a tutte le persone di cui sopra che hanno dato il proprio contributo alla causa, senza le componenti giuste non avrei mai fatto nulla. Quando ho avuto la mente libera, le idee giuste, abbiamo portato a casa i risultati. La squadra va sostenuta, specialmente in questo momento, stiamo soffrendo e mi dispiace per questa amministrazione comunale. Mi rivolgo al sindaco, che è figlio di una persona che io stimo tantissimo, ma non l’ho mai sentito vicino anche quando ci hanno aggrediti dove magari poteva dissociarsi, così come quando sono stato aggredito a Brindisi, con gli atti che sono in Procura. Neanche una manifestazione di solidarietà, sarebbe stato sicuramente bello rappresentare la città di Afragola ai massimi livelli avendo l’amministrazione comunale vicina, lavorando anche nel sociale. Voglio ricordare che nel periodo Covid il sottoscritto, insieme ad altre persone come il marito di Cristina Acri, ha portato beni di prima necessità ai meno fortunati e non sono quanti ad Afragola l’hanno fatto. Per me nel sociale e nel calcio non devono esistere fazioni, io sono di San Giorgio ad esempio, oggi il calcio è universale e bisogna quindi farlo con serietà e volontà di fare del bene investendo tempo e denaro.

Ho sempre cercato di evitare protagonismi, sfido chiunque a dire il contrario, nelle vittorie ho sempre sottolineato i meriti della dirigenza che mi ha preceduto e che ringrazio ancora oggi per l’opportunità che mi hanno dato cinque anni fa. Ricordo però che all’epoca non c’era nulla, se non un foglio di carta, che poi è diventato in tutta Italia Afragolese Calcio 1944. Credo di aver contributo a far parlare bene di questo club e questa città, viviamo un momento particolare in Italia e nel mondo, a Napoli e ad Afragola stessa. Oggi purtroppo spesso si va allo stadio non per fare aggregazione, ma soltanto per beccare le persone, il presidente, reo di non aver rispettato la tifoseria, ma se è questa la situazione sono fiero di non averlo fatto perchè tutto questo è inaccettabile per me. Sono dispiaciuto perchè durante la stagione ho più volte sottolineato l’importanza di pensare alla squadra, alla salvezza, che oggi è il nostro obiettivo visto che quel che avevamo programmato ad inizio stagione non si è verificato, ma nella vita nulla è certo. Chi non opera, non sbaglia, mi prendo le mie responsabilità ma quest’anno, oltre ad aver speso più che in passato, ho dovuto subire mortificazioni che nulla hanno a che vedere col mondo del calcio ed ho querelato quelle cinque-sei persone che per me non meritano rispetto. – conclude Niutta – Lungi da me avere dissidi al campo, ma ribadisco che io non mi sono mai venduto, oltre alla mia famiglia ho una passione che è il calcio e non la svendo. Mi sono dovuto difendere da attacchi vergognosi, mi sarei aspettato la reazione di tante persone intorno a me dopo gli attacchi subiti, invece c’è stato silenzio e credo che quando viene attaccato ingiustamente un presidente bisogna difenderlo, anche sui social.

Vado via a malincuore, perchè avevo un progetto importante, ma siamo stati sempre lontani da casa e domenica scorsa a Cardito c’erano soltanto 50 tifosi allo stadio, tutto questo è vergognoso. Ho portato ad Afragola i migliori calciatori della categoria, su tutti Fabio Longo, non voglio fare torto agli altri citandolo ma confido che capiranno. A dicembre me l’hanno chiesto tutti, potevo passare io stesso in un’altra piazza, ma dopo aver preso un caffè a tavolino ho detto sempre no perchè per me c’era solo il rossoblù. Amato dalle altre piazze perchè porto sponsor e soldi? Anche questo è vero, ho un pò di professionalità e so fare calcio, ma non capisco perchè questa cosa deve disturbare. Tanti afragolesi perbene oggi mi scrivono in privato, il mio dispiacere è per loro, ma devo fare questo passo indietro per il bene mio e della mia famiglia. Recentemente ho avuto anche un problema sul lavoro, un incendio al mio deposito, per cui credo sia arrivato il momento di recuperare spazio nel cuore dei miei figli e di mia moglie, oltre che dei miei soci che mi hanno permesso di “perdere tempo” col calcio perchè provano per me stima e affetto. Manterrò gli impegni presi fino al termine della stagione, ma ho detto alla squadra che domenica scorsa mi hanno tradito e se davvero mi stimano, e vogliono bene all’uomo Niutta, d’ora in avanti devono sputare sangue su ogni campo. L’obiettivo deve essere la salvezza, non voglio un finale triste e disastroso, aspetto ora gli imprenditori afragolesi ai quali mostrerò quanto costa l’Afragolese, ma non sarò un venale, anzi, seppur bistrattato resto a disposizione per fare i fatti e non le chiacchiere. L’Afragolese è un’azienda, riconosciuta in tutta Italia, con una sede quasi pronta, un bus, 100mila euro di Nike, spese per vitto, alloggio, parco giocatori importante anche a livello juniores e certamente non posso regalare tutto questo. In passato l’ho fatto, ma ora qui non posso, salvo poche persone che mi hanno dato buoni consigli poi ho ricevuto mortificazioni e umiliazioni, non porto rancore e spero che possa arrivare qualcuno in grado di portare questa squadra sempre più in alto”.