• Ven. Mag 17th, 2024

Per alcune malattie esiste cura e prognosi, per altre non esiste rimedio, mentre per alcune altre il rimedio esiste ma noi nemmeno lo vogliamo, difatti la nostra malattia, indomabile, incurabile, che affligge i cuori e le meningi di noi nati a Nocera Superiore e/o Nocera Inferiore risponde al nome glorioso e roboante di Nocerina. I sintomi sono: Alterazione dello stato d’animo in base alle partite; Senso di appartenenza verso 11 (23, contando la panchina e il mister) sconosciuti vestiti a righe rossonere in un campo da calcio; Istinto a saltare quando parte il canonico “Chi nun zomp è nome di squadra rivale“; Smania di viaggiare nel mondo solo per sostenere una squadra di calcio (sport sopravvalutato dai più) ovunque e comunque vada. Questa malattia mi ha portato, negli anni, a diverse ramanzine, a tanta sofferenza, ma anche a gioie enormi, condite da rivalità, amicizie e fratellanze che nel tempo sono perdurate o si sono acutizzate. La Nocerina, vecchia signora mia, meno di un familiare, più di una religione, accompagna dal 1910 lo scandire del tempo e del mood di oltre 60.000 persone che vivono la loro settimana in maniera propedeutica alla domenica, quando le Due Nocera non hanno confini o differenze culturali, bensì si uniscono in un’unica entità, fortemente rossonera. Noi non siamo tifosi, noi siamo ammalati di ideali e sport, di patria e di calcio, matti, matti da legare, ma solo per chi possiede e manipola le nostre anime, solo per la Nocerina, unica, vera, eterna malattia.

Felice Vicidomini