“Vorrei cominciare con un ringraziamento. Ai tifosi della Nocerina, per il segnale che hanno dato partecipando con nobiltà d’animo al lutto che ha colpito Torre Annunziata, la mia città”: Francesco Mautone inizia con un pensiero serio e bello la prima intervista da molosso. Poi parla della sua carriera: “Ho giocato da nord a sud, sono cresciuto col Milan, arrivando fino alla Primavera allenata da Baresi. Il calcio è uguale ovunque, bisogna metterci l’anima, ma ovviamente al sud ci vuole qualcosa in più a livello di carattere e attributi”. Mautone spiega subito cosa serve: “Nocerina? Già il nome dice tutto. Bisogna metterci la faccia, sputare sangue e indossare degnamente questa maglia. Rispetto per i tifosi, rispetto per l’ambiente, rispetto per tutti”. Cinque anni fa la trasformazione: “Ero un bel centrocampista, mi schierarono difensore centrale. Accadde all’Adrano, per intuizione del direttore Marino. Col senno di poi, se fosse accaduto prima la mia carriera sarebbe avrebbe avuto maggior spessore. Ma non ho rimpianti. Ho vinto campionati e ho contribuito a salvezze che valgono quasi una vittoria di campionato, mi riferisco all’ultimo anno mezzo tra Potenza, San Severo e la nuova esperienza col Sestri”. Infine Morgia: “Stamattina ho incontrato uno dei miei miti. Avevo 15 anni quando lui allenava il Savoia e lo faceva giocare alla grande. I miei idoli erano Fresta e Frezza, cioè la qualità e il cuore instancabile, per me un calciatore vero deve essere l’una e l’altra cosa”.
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