• Ven. Mag 3rd, 2024

II ruolo del portiere sicuramente attrae l’immaginario dei tifosi. SI dice che per fare il portiere si debba essere un po’ pazzi, in realtà la figura del portiere ha il suo fascino, in quanto è un calciatore che si trova tutto solo a difende la propria porta e deve impedire agli attaccanti avversari di segnare.

Oggi parliamo di un calciatore che ha difeso la porta rossonera e quando ha smesso di giocare è diventato un procuratore famoso Da calciatore, ha difeso la porta della Nocerina per due stagioni, dal 1983 al 1985. Davide Torchia, classe 1959,  68 presenze e 67 goal subiti in rossonero. Due stagioni da protagonista con all’attivo una promozione in Serie C1 e una retrocessione, l’anno seguente. Portiere di alto livello, che dopo l’esperienza in rossonero, ha difeso i pali del Benevento del Siracusa e della Spal in Serie C e del Lecce, prima in B e poi i Serie A dal 1992 al 1995. Poi, appese le scarpette al chiodo dopo un anno a Gualdo, niente più panchina e campo di gioco. E’ procuratore di giocatori di serie A, come Rugani e Torregrossa in passato lo è stato di Bonucci, Masiello e Galloppa.

Ci sono tanti ricordi che mi legano a Torchia, ma in particolare mi ricordo una partita. La Nocerina doveva giocare allo stadio Liguori di Torre del Greco, i rossoneri che erano al secondo posto in classifica dovevano sfidare la Turris che la seguiva in terza posizione.

La Turris provò a sfondare per novanta minuti la porta rossonera ma quel giorno Torchia parò l’impossibile. Parate su parate che diedero sicurezza ai compagni di reparto. Tornammo a casa convinti di avere un eroe imbattibile in porta e Torchia, fisico imponente e capelli ricci biondi , ne aveva anche l’aspetto.

Restò a Nocera anche l’anno successivo ma la squadra era troppo debole nonostante fu protagonista di tante parate e di ottime prestazioni. La Nocerina tornò in C2 mentre Torchia spiccò il volo che lo avrebbe portato anche in serie A con la maglia del Lecce. Per chi lo ha visto nelle due stagioni con la Nocerina è rimasto per sempre l’eroe che parava tutto.

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