• Mer. Mag 1st, 2024

Il capitano della rinascita, il primatista per gol, siciliano però oramai nocerino acquisito, l’amore per la maglia. Tutto questo è Giovanni Cavallaro




Molto spesso vengono esaltati i gesti sul campo, ed in parte è anche giusto. Per arrivare a quello, c’è un lavoro dietro le quinte che non tutti conoscono: ci vuole una certa abnegazione a livello mentale per restare a certi livelli e questo porta molti ragazzi capaci a perdersi perché non hanno la struttura caratteriale adatta a sopportare certe pressioni. Così vedi tanti ragazzi che sanno fare il colpo sotto, la bella giocata. Ma non basta! Nel calcio servono doti importanti, che non trovi solo nei piedi educati: ci vuole sostanza e non solo apparenza.



Un calciatore che ha sostanza e non apparenza nella storia della Nocerina è stato sicuramente Giovanni Cavallaro. E’ stato per tutti il beniamino della “torcida” rossonera, uno dei molossi più amati di sempre, colui che ha dato l’anima e il cuore per la maglia fino all’ultimo secondo. Cavallaro è uomo record, 60 reti (primato assoluto) in 164 presenze (è nella top five) con i “mostri sacri” Mattucci, Chiancone e Bozzi. Cavallaro è’ stato per i nocerini l’uomo dalle mille risorse che ha dato sempre tutto se stesso per la maglia rossonera.


GRAN LAVORATORE

Un esempio dell’abnegazione che il calciatore siciliano, oramai nocerino acquisito, ha messo nel proprio lavoro è stato quando in un estate torrida preferì anticipare la fine delle vacanze, preferendo allenarsi al San Francesco con l’argentino Scornaienchi , per essere in forma per il ritiro pre-campionato . Ecco da queste scelte di vita si vede la passione e la capacità di sacrificio che Cavallaro ha sempre messo nel proprio lavoro.


L’ARTEFICE DEL RITORNO NEL PROFESSIONISMO

Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia e Cavallaro li ha sempre dimostrati è stato l’artefice del ritorno della Nocerina tra i professionisti. Ha saputo gioire e soffrire per i colori rossoneri, è stato grande uomo votato al sacrificio per il bene dei colori che indossava, ha salvato la Nocerina dal baratro, l’ha trascinata ad alti livelli ed ha saputo accettare, da grande professionista la panchina e anche la tribuna. 

IL RAMMARICO DELLA SERIE B E “MIETT A CAVALLAR”

Ecco il grande rammarico della carriera di Giovanni Cavallaro è stato di non aver mai potuto giocare in serie cadetta con la Nocerina che avrebbe meritato dopo tutto quello che ha dato per questa squadra. Nella sua carriera non si può dire che è stato fortunato, quando sembrava pronto per il palcoscenico della serie cadetta gli è stato negato. Eppure nella stagione della promozione in serie B, il calciatore siciliano era partito titolare, nella seconda metà stagione, soprattutto per un infortunio che lo ha tenuto fuori un bel po’ di tempo, non è più rientrato nei piani di gioco di mister Auteri e per Cavallaro c’è stata tanta, troppa panchina. Anche quando non giocava nella maggior parte dei casi, è stato applaudito e incoraggiato a gran voce dal pubblico di Nocera che non tardava ad urlare: “Miett a Cavallar” quando non era tra i titolari. 


IL PROBLEMA CHE L’HA COSTRETTO AL RITIRO E LA NUOVA AVVENTURA


La vita ha sempre delle sorprese da rivelarci, a volte belle altre meno belle e Cavallaro ha dovuto affrontare un problema agli occhi che lo ha costretto a terminare la carriera da calciatore.
Purtroppo dobbiamo accettare che la vita è fatta da momenti anche poco piacevoli che vanno saputi affrontare con forza e determinazione. Cavallaro riuscirà anche in ciò, ed ora, nella sua nuova carriera da tecnico che non poteva non partire dalla Nocerina, sarà l’inizio di quello che siamo certi diventerà un ottimo allenatore, mettendoci la tenacia e la dedizione al lavoro che lo hanno sempre contraddistinto da calciatore.

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