• Lun. Apr 29th, 2024

Gravina : “Fondo Covid anche per i dilettanti”

Gabriele Gravina torna a parlare dei Dilettanti e dei problemi che i club della Lega Nazionale Dilettanti stanno attraversando. Invitato speciale per la trasmissione sulla Serie D di Be.pi TV, in collegamento skype, il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio non si è sottratto al confronto con li presidenti “dissidenti” di Serie D capeggiata dal portavoce Davide Erba, numero uno del Seregno, anche egli presente in collegamento telefonico insieme a Nicola Penta, vicepresidente della Marignanese Cattolica.

L’approccio di Gravina è di grande qualità: «La serie D aspetta delle risposte? Tutto il mondo del calcio attende risposte. Per un mio approccio culturale sono sempre disposto a cercare di interloquire, avere un confronto perché il confronto implica il dialogo e dal dialogo nascono sicuramente grandi contributi di idee. In questo momento non mi sento un uomo solo al comando ma abbiamo bisogno di guadagnare idee e le idee si guadagnano con il supporto vero di chi oggi è il vero azionista del nostro sistema che non è il dirigente ma è il presidente della società e quindi l’azionista è praticamente il club di calcio. Io per cultura sono portato a tenere rapporti di confronti continui con le società senza mancare di rispetto istituzionale anche nei confronti di chi oggi ha la responsabilità di governo della Lega Nazionale Dilettanti».

Il presidente della Figc torna a vestire panni decisamente più istituzionali quando si torna a parlare delle richieste avanzate dai club di cui Erba è portavoce (come dei 50mila euro di contributo per ogni club di D e l’accollo delle spese per i tamponi da parte della Lnd).

«Io credo ci siano dei dati positivi dai quali io vorrei partire. Oggi c’è un’esigenza da parte di tante società dilettantistiche che sono sovraesposte ed in modo particolare le 166 società di serie D che, proprio perché è un campionato dilettantistico, amatoriale, declinato su territorio nazionale con una capillarità territoriale rilevante, non si possono mortificare in termini di sacrifici particolarmente esasperati, così evidenti così come la pandemia sta imponendo a tutte queste società. Ho letto le vostre richieste, me ne arrivano tante. Alcuni punti sono di esclusiva pertinenza della Lega Nazionale Dilettanti ed è giusto che su questi sia il presidente della LND, o comunque il responsabile del campionato Barbiero, in accordo con Sibilia, nel dare delle risposte».

Già ma i vertici LND non ci sono ed allora prova lo stesso Gravina, per ciò che gli compete, a fornire alcune risposte: «La Federazione deve essere comunque a disposizione prendendosi le proprie resposabilità e noi l’abbiamo fatto. Uno degli aspetti positivi è la ripartenza del campionato di Serie D, un altro è la convenzione con Federlab che è una convenzione che ha già stipulato la FIGC e che ha stipulato la Lega Pro diversi mesi fa. Un’insieme di laboratori che sono pronti a mettere a disposizione la loro attività, attività che ha un costo e, quindi, su questo bisogna uscire da alcuni equivoci».

La questione economica ovviamente è premimente e Gravina lo sa bene: «Ho visto la richiesta di intervento da parte delle società, noi lo faremo. Esiste un fondo, che abbiamo approvato nell’ultima variazione di budget, di due milioni e cinquecentotrentaseimila euro. Lo abbiamo chiamato fondo Covid e lo destineremo come risorsa al mondo del calcio. Terremo conto di queste esigenze del campionato di Serie D e ritengo che faremo un’analisi attenta, ci confronteremo su questo tema».

Soldi che però sono da dividere per l’intero movimento calcistico come lo stesso presidente sottolinea: «Soldi solo per la D? No, io faccio il presidente della Figc… Vi ricorderete tutti che noi istituimmo il Fondo “Salva Calcio” e di questo fondo molte risorse sono state assegnate alla Lega Nazionale Dilettanti. Del Fondo Covid, quindi, sicuramente ci sarà una quota che andrà alla LND. Certo, terremo conto del grande ruolo sociale che svolge la serie D e terremo sicuramente in debita considerazione le esigenze che sono arrivate a noi da queste società».

Fondamentale per dare ossigeno alle casse dei dilettanti la velocità nell’erogare questi soldi. «Tempi di distribuzione di questo fondo saranno molto rapidi anche perché entro il 31 gennaio dobbiamo comunicare a Sport e Salute l’utilizzo di queste risorse».

In tema di danaro, a Gravina viene ricordato della proposta di Erba ed altri presidenti di destinare cinquantamila euro ad ogni società di serie D. «Non si può lavorare su una richiesta secca del genere, significherebbe mandare in default la LND. Ho letto che non ci sono state risorse per i dilettanti, ricordiamo che il governo ha messo a disposizione molte risorse, circa cento milioni di euro per tutto lo sport dilettantistico, con il calcio che ha avuto grande considerazione. Capisco che la polverizzazione creata dalle tante società presenti all’interno della Lega Nazionale Dilettanti ha fatto sì che sembrino piccoli granelli, piccole gocce in un oceano. Però, noi dobbiamo accompagnare questi processi».

E sulle altre richieste avanzate da Erba ed i suoi colleghi presidenti? Gravina è chiaro anche su questo punto: «Dobbiamo capire anche quelle altre richieste ma credo che la Lega Nazionale Dilettanti si dovrà anche confrontare con la Federazione ad esempio su attività non svolte, costi non sostenuti ma che le società eventualmente hanno pagato in termini di quote. Tutte cose che meritano comunque la massima considerazione. Oggi la certezza, è credo che sia un primo passo importante, è che riparte il campionato».

Una ripartenza da prendere con le pinze però, almeno leggendo tra le riga di quanto afferma il numero uno della Figc che continua: «Bisogna fare in modo che questa ripartenza non generi costi ulteriori in capo alle società, bisogna andare incontro a questa esigenza. Andare incontro significa riformarle. Ci confronteremo. C’è un organismo politico del comitato di presidenza della Figc che, sulla base di una proposta che mi permetterò di fare in tempi rapidissimi, farà in modo che questo avvenga in maniera ristoratrice per queste società».

A domanda di Erba su come siano stati usati gli undici milioni già assegnati alla Lega Nazionale Dilettanti visto che i club di Serie D hanno avuto solo tremila euro, Gravina sembra essere pilatesco ma in realtà non lo è: «È una domanda che deve fare alla Lega Nazionale Dilettanti. Ci sarà stato sicuramente una programmazionae, una sorta di attività di elargizione con relativa rendicontazione. Per questo motivo, perché poi nascono sempre molte polemiche, forse dobbiamo cambiare un po’ metodo. Non perché non ci sia feeling o fiducia nelle componenti della federazione. Dobbiamo avere forse già in partenza le idee di destinazione chiara all’interno del comitato di presidenza di destinazione di risorse con relativi capitoli. Nel senso che il comitato di presidenza, e quindi la Federazione, dovrà comunque essere responsabile nel condividere certi percorsi che sono percorsi progettuali. Vorrei precisare che nel fondo salva calcio l’unica componente che non ha ricevuto un euro è la lega di Serie A alla quale va un ringraziamento per il grande senso di responsabilità. Senso di responsabilità forse al quale dovrò ancora appellarmi come presidente federale e come sistema nel far capire come sia importante che le poche ma significative risorse che abbiamo a disposizione sono risorse da destinare alle società di quei presidenti sempre più votate al volontariato. Penso sia giusto ristorarle in maniera giusta e soprattutto diretta».

Impossibile non toccare l’argomento del vincolo sportivo, ed anche su questo argomento Gravina si mostra grintoso pur nella sua proverbiale pacatezza: «Ho una presa di posizione molto netta di contrarietà alla sua abolizione. Credo vada disciplinato ma non eliminato. Inizialmente doveva essere abolito in sei mesi, dopo un mio intervento col ministro Spadafora ci sono stati concessi due anni. Credo ci siano ancora margini, mi assumo le mie responsabilità, anche se non è un compito solo mio ma che volentieri faccio mio, e farò comunque sentire la voce della federazione».

È la volta di Penta e stavolta la richiesta a Gravina è quella di rivedere il format del campionato di Serie D e renderlo più snello, un esigenza evidenziata atrocemente dall’emergenza portata dal coronavirus.
«Chi conosce le mie idee – dice Gravina – sa benissimo quello che io mi ero permesso di consigliare in un momento così critico, soprattutto a quei campionati che non hanno grandi scadenze temporali, di poter allargare la finestra in periodi dell’anno più vantaggiosi per ridurre soprattutto i costi. Io avevo consigliato di superare il periodo di dicembre e buona parte di gennaio in modo da riprendere tutti i tornei in maniera più tutelata e garantita con una maggiore e migliore proiezione verso il futuro».

E poi il presidnete richiama le stesso società ai propri doveri: «Voi club avete una grande responsabilità, la responsabilità di chi si deve sentire azionista del sistema. Dovete dettare le regole giuste, dovete confrontarvi, dovete aprire un dialogo che sia un dialogo scevro da tanti posizionamenti politici che stanno contaminando questo ambiente perché ogni idea, ogni attività, ogni azione è vista solo in ottica più o meno elettorale. È il modo peggiore di affrontare questo momento delicato».

Ed ecco arrivare la stoccata finale, la zampata del fuoriclasse. «Io mi permetto soltanto di suggerire, a chi oggi ha la possibilità di un confronto, che è inutile far riprendere il venti dicembre, quando tu sai che durante le festività natalizie tra lockdown, tra impedimenti, movimenti vari, condizioni climatiche, tra oneri e costi proibitivi… far riprendere una competizione che, comunque, invece di finire a metà maggio può finire tranquillamente a metà giugno o a fine giugno con dei vantaggi straordinari sotto il profilo climatico e dell’abbattimento dei costi. Questo l’ho sempre detto non solo per il campionato di Serie D o i dilettanti, l’ho detto anche per quei campionati che potrebbero non avere un grande impatto sulle competizioni internazionali. Su questo, se qualcuno volesse aprire un tavolo di confronto da parte nostra come federazione io sarei l’uomo più felice del mondo ma l’organizzazione dei campionati che noi abbiamo delegato alle singole componenti credo sia giusto che le gestiscano loro assumendosi anche queste responsabilità».

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