• Ven. Apr 26th, 2024

Torchia a NL: “Quando arrivai a Nocera sembrava di essere in Serie A. Ripescaggio? Difficile, bisogna puntare al campionato”

Nella seconda puntata Nocerina Summer Live andata in onda ieri sera sui nostri canali social, abbiamo intervistato l’ex portiere molosso dal 1983 al 1985 nonché famoso procuratore sportivo Davide Torchia. Con lui abbiamo spaziato di molti argomenti tra passato, presente e futuro

I suoi ricordi a Nocera, cominciando dal campionato 1983-84

“Annata molto entusiasmante. Orsini costruì una squadra forte ma non eravamo partiti bene. Caramanno arrivò dopo 5-6 partite e noi eravamo giù di morale. L’ambiente è molto caldo, noi vivevamo l’ambiente completamente dall’amico del bar al benzinaio, eravamo inseriti molto bene nel tessuto e questa è una cosa si è persa nel calcio ma è quello che ti fa rimanere vivo ed essere ricordato meglio, aldilà dei valori tecnici. Caramanno ci prese uno per uno dicendoci che una squadra così forte non l’aveva mai allenata e si doveva vincere il campionato. Rimasi un po’ interdetto perché in quel momento avevamo più paura di quelle sotto che di quelle sopra. Da quel giorno lì in poi tatticamente portò un cambio epocale perché il suo gioco era molto particolare. In quel momento lì si giocava uomo su uomo in tutto il campo, noi facevamo una zona particolare attirando gli avversari che ci marcavano ad uomo senza difficoltà nella trequarti. E’ vero che spesso nel primo tempo le partite erano finite, ma poi ci furono anche partite complicate. E’ stata una grandissima annata e penso sia ricordata perché è stata una svolta, nel massimo rispetto e umiltà, un po’ come negli anni 70 con l’Olanda”.

Il suo arrivo a Nocera, nel derby di coppa

Arrivai alla Nocerina poco prima dell’inizio del campionato, si giocava in Coppa Italia. Quando arrivai andai in tribuna per vedere Nocerina-Salernitana, allora ero ignaro di ciò che mi aspettasse. La sera feci fatica a raccontare a mio padre quello che avevo visto e mi chiesi se veramente giocavamo quella categoria (Serie C2 n.d.r). Mi sembrava di stare già in Serie A e quella fu la cosa che più mi impressionò. Da li capi come funzionava ed è stato sempre un crescendo. In quel campionato dall’inizio alla fine c’è stata sempre tantissima gente, ma quella partita li mi impressionò e iniziai a capire quanto valevano i punti”.  

Su come il calcio sia cambiato
“La televisione ha dato tanti soldi al calcio, ha creato una stortura e ha creato una generazione non più delle 14:30. Prima si aspettava le 2 e mezza: la mattina il tifoso girava già nervoso per casa, mangiava qualcosa che gli rimaneva sullo stomaco e ancora con il caffè da prendere partiva perché c’era da andar a vedere i molossi. I ragazzi che vanivano al campo erano prima tifosi della Nocerina e poi simpatizzanti di una squadra di Serie A. I tempi cambiano, adesso il ragazzino tifa per il Barcellona perché lo vede in tv, per carità niente di male è la globalizzazione, però ricordo quel campanilismo che c’era. Partendo da Nocera, a pochissimi kilometri c’era la Paganese che non era un derby ma vita o morte e lo dico sportivamente parlando, poi c’era la Cavese, dopo poco ti spostavi a Salerno e come ti allargavi Casertana, Benevento, Avellino. Tutte le domeniche era un derby e c’era questo campanlismo che era bellissimo e che portava tanta gente allo stadio, ora i giovani sono distratti perché guardando internet sono più preoccupati di sapere dove vada a giocare Mbappe che i giocatori della squadra del cuore”. 

Sulle possibilità della Nocerina di chiedere il ripescaggio
“Non ho i numeri sotto mano, questo balletto che c’è ogni stagione ha anche un po’ stancato, si arriva a giugno con le solite 3-5 squadre che rischiano il fallimento. Ultimamente ce ne sono un pelino mano di dieci anni fa che ricordo era diventata una tragedia.
Parere personale: si è pensato di tutelare un po’ tutti allargando la platea dei professionisti ma non puoi avere 100-150 squadre, erano troppe con tante regole e paletti. Fare la D non vuol dire essere dilettanti. Ci sono meno tasse, meno contribuiti ed è più snella.
Non so se la Nocerina possa essere ripescata, ovviamente glielo auguro per l’affetto che ho nei confronti di questo club, ma penso che da come si stanno muovendo sia particolarmente difficile. Bisogna pensare a fare un ottimo campionato e conquistarlo”.

Qui potete riascoltare l’intera video intervista a Davide Torchia

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