• Lun. Apr 29th, 2024

L’Italia non si qualifica ai mondiali di calcio da otto anni, la nazionale under 21 ha perso nella prima fase la finale europea di categoria. Esiste una ricetta perfetta, per far uscire nuovi talenti? Sì, esiste. Bisogna chiudere le scuole calcio!

Basta entrare in una scuola calcio e vedrete allenatori troppo esaltati che insegnano la tattica tralasciando la tecnica mentra ai ragazzini, tranne le regole di base, bisogna lasciarli giocare e devono essere indotti a crescere, a esprimere la loro fantasia.

Se non lo fanno da ragazzini, quando lo fanno? Alcune cose viste nelle scuole calcio sono veramente inaccettabili ritorniamo al periodo degli anni settanta e ottanta dove i ragazzi giocavano liberamente per ore per le strade.

Per me va stimolata la creatività e non il business che spesso la fa da padrone. Sono poche, le scuole calcio che possano definirsi realtà.

Ad esempio qualche anno fa  mi trovai  a frequentare una scuola calcio affascinato da questa realtà, ma adesso sono a dir poco allibito.  Mi trovai ad assistere la scena di bambini di otto e nove anni che venivano chiamati dai dirigenti di altre società, con promesse di chissà cosa per andare da loro. Scusate ma sono un romantico del calcio per me una partita è gioia aggregazione mentre oggi i ragazzi hanno perso proprio questo in quanto vogliono imitare i calciatori professionisti.

Il settore giovanile secondo me è un concetto totalmente diverso, prima di tutto bisognerebbe fare anche una selezione quando si aprono alcune scuole calcio. Una scuola calcio deve insegnare la qualità, deve insegnare a giocare, deve insegnare a fare crescere i giocatori con degli step importanti, invece tutti si improvvisano. La federazione deve creare delle selezioni non tutti ci possiamo alzare la mattina e creare una scuola calcio o possiamo fare del settore giovanile, non è cosi!.

Bisogna riportare la strada nel settore calcio perché proprio quello abbiamo perso !

Ci sono tanti imprenditori o allenatori che spendono decine di migliaia di euro per fare una scuola calcio e poi ai bambini gli danno i sessanta o i settanta minuti di allenamento due volte alla settimana, e la terza volta è la partita. In questo modo avremo sicuramente dei ragazzi che fanno un lavoro a metà.

Quando ero ragazzo, negli anni settanta, giocavo per strada sette giorni su sette per sette o otto ore circa praticamente uscivamo da scuola, poi facevamo i compiti al volo o li nascondevamo, e poi andavamo a giocare a calcio fino alla sera tardi fino a che poi non chiamava mamma dal balcone.

Praticamente in questo periodo ho visto la partita Inter – Real Madrid del 1973 -74 finale di Coppa Campioni perché vedi delle cose che oggi sicuramente non si vedono in una partita di calcio,  ti accorgi subito che il pallone rimane attaccato ai piedi dei calciatori cosa che oggi non si vede.  E questo perché? Perchè si deve mettere apposto il settore giovanile che deve essere legato fondamentalmente a un lavoro prettamente quasi primordiale, quello della strada perché è l’unico modo per rivedere qualcosa di  tecnicamente valido in una partita di calcio!

Certamente ora non si può giocare più per strada perché verresti investito da dieci auto, non da una sola, ma bisogna riportare, secondo me, quel sistema della strada. Ecco l’importanza dei campetti di quartiere cioè quei luoghi dove si gioca a calcio, pallacanestro, agglomerati anche sociali in modo da evitare che i ragazzi possano frequentare compagnie sbagliate, insomma diventerebbero momenti di incontro importanti.

In effetti quelli della mia età si ricorderanno che mentre giocavamo a calcio per la strada con partite che iniziavano alle 14.00 e finivano alle 21,00,  poi magari finivi di giocare e andavi a giocare a tamburello da un’altra parte o a pallavolo o a basket. In questo modo miglioravi anche le capacità cordinative cosa che oggi per migliorarle bisognerebbe portare i ragazzi al prato legarli dietro a una auto e farli correre. Tutto questo lo abbiamo perduto. I nostri ragazzi purtroppo non hanno più la strada e quindi vediamo calciatori che giocano in serie D che sbagliano le posture non sanno muoversi ma questo perché?

Perché non hanno avuto, benchè abbiano fatto la scuola calcio o settori giovanili nelle scuole calcio, insegnamenti. E’ tutto sbagliato all’origine quindi si deve ritornare indietro e non vanno più bene i sessanta minuti di due volte alla settimana .

Neanche se facciamo i baristi due volte alla settimana impariamo a fare il caffè. Quindi chiudiamo le scuole calcio o regoliamole con allenatori preparati controllati dalla Federazione e torniamo ai campetti di quartieri per il bene del calcio e dei giovani atleti.

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